martedì 12 ottobre 2010

Edf autorizzata a scaricare in mare e nell’aria 20.000 miliardi di becquerel di trizio all'anno

LIVORNO. Secondo Channelonline.tv, la televisione delle Isole britanniche del Canale della Manica (Channel Islands: Jersey, Guernensey, Alderney ed Herm), «Il governo francese ha dato il via libera a Electricité de France per aumentare la quantità di trizio radioattivo negli scarichi in mare ed aria a Flamanville (Nella foto), sulla costa della Normandia. In futuro i due reattori nucleari di saranno in grado di scaricare altri 20.000 miliardi di becquerel di trizio all'anno». Edf a Flamanville gestisce il sito del nuovo European pressurised reactor (Epr) che dovrebbe essere operativo nel 2014, lo stesso tipo di reattori su cui punta il nostro governo per il "rinascimento" nucleare italiano.

Gli abitanti delle isole del Canale sono molto preoccupati, ma l'Autorité de sûreté nucléaire (Asn) il 5 ottobre li assicurava che «la soglia massima degli scarichi autorizzati in mare sarà bassa». Il concetto di "basso" sembrerebbe molto elastico: secondo il decreto apparso sul Journal Officiel (la Gazzetta Ufficiale francese) del 22 settembre, al minimo, l'autorizzazione di scarico di trizio in mare passa da 60.000 Gbq (gigabecquerl) a 80.000 all'anno per i due reattori attuali di Flamanville, ma secondo l'Asn il decreto dovrà essere rivisto perché contiene imprecisioni. In un'intervista concessa qualche giorno fa all'Afp dopo una riunione informativa della Commissione locale della centrale di Les Pieux, adiacente a Flamanville, il capo-divisione di Caen dell'Asn, Thomas Houdré, ha spiegato che «Ad esempio il testo, in un diagramma di flussi di attività delle ciminiere, fa riferimento a dei Bq/annno (becquerels all'anno) mentre dovrebbe menzionare dei Bq al secondo. Ma i limiti indicati sono buoni».

La cosa non convince per nulla ambientalisti, pescatori e cittadini visto che, se si comprende l'Epr in costruzione a Flamanville, la soglia passa a 120.000 Gbq, e l'ex eurodeputato Verde francese Didier Anger, denuncia il «Non rispetto della Convenzione Ospar, firmata dalla Francia e mirante a ridurre a zero gli scarichi radioattivi nell'Atlantico del nord». Si tratta della stessa London Convention for the protection of the marine environment of the North-East Atlantic, fermata dalla Francia nel 1998, che i governi autonomi delle piccolo isole inglesi della Manica pretendono che il governo di Parigi rispetti

Ma il decreto francese prevede anche l'eventuale utilizzo di un nuovo tipo di combustibile nucleare ad "haut taux de combustion" (Htc) che dovrebbe portare i limiti, Epr incluso, a 150.000 Gbq/anno, «Sono due volte e mezzo la soglia attuale», fa notare Anger.

Secondo Houdré è tutto a posto visto che «Flamanville è la sola centrale a vedere rivalutati i suoi limiti di scarichi di trizio in mare, finora molto più bassi che in altre centrali e che erano estremamente complicati da rispettare». Et voilà: siccome è complicato, si alzano i limiti e si scarica tutto in mare in violazione di un accordo internazionale!

l'Association de contrôle de la radioactivité dans l'ouest (Acro) fa anche presente che riguardo all'aumento dei limiti degli scarichi di trizio autorizzati nell'aria, più 60% a 8.000 GBq/anno, «E' stato sottostimato il valore scaricato fino ad adesso a Flamanville». Houdré cerca di smorzare la polemica: «Le soglie del trizio sono i soli limiti degli scarichi radioattivi ad essere stati elevati, nel decreto gli altri (carbonio 14, iodio) calano. L'impatto del trizio resta basso riguardo agli altri radioelementi».

In realtà gli esperti e la stessa Asn ammettono che sulla questione non esiste un consenso e lo stesso Houdré ammette che «Una maggioranza di opinioni considera che l'impatto del trizio oggi sia senza dubbio sottostimato». Anger è certo che i limiti sono già stati abbondantemente superati: «I livelli di inquinamento veri di Flamanville sono almeno 150.000 GBq all'anno».

Il trizio in realtà non è un prodotto quasi innocuo come vorrebbe presentarlo Edf: rappresenta un rischio quando di contaminazione radioattiva se viene inalato, ingerito per via alimentare o acqua, o assorbito attraverso la pelle, l'unica cosa "positiva" è che rimane pericolosamente radioattivo per anni "solo" 15 o 20 anni. Niente a paragone delle scorie radioattive e delle oltre 80 tonnellate di plutonio che Areva ha stoccato nel sito nucleare di Cap de la Hague, sempre sulla costa della Normandia, e che resteranno radioattive per milioni di anni.

http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=7095

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